Non è vero che il percorso spirituale non abbia della finalità e delle tappe precise e identificabili.
Se non abbiamo chiaro un obiettivo definito e raggiungibile nel nostro lavoro, finiremo con il disperdere le energie, accumulando frustrazione.
Il fatto che al primo appuntamento con una persona che ci piace questa si innamori di noi, è una Grazia: non abbiamo nessun controllo sul cuore di un altro essere umano. Tuttavia se anziché farci belli per l’appuntamento e presentarci nel luogo convenuto, restassimo a casa sul divano a mangiare patatine davanti alla televisione, magari in mutande e canottiera, è certo che l’incontro e di conseguenza l’innamoramento, non avrebbero mai luogo.
C’è qualcosa di preciso che possiamo e dobbiamo fare con le nostre forze per prepararci all’incontro con Dio: creare uno stato di presenza costante nel qui ed ora.
La Presenza nel Qui-e-Ora è un traguardo raggiungibile e certo a cui tutti dovremmo ambire e che, con il dovuto allenamento, non richiede nemmeno tempi eccessivamente lunghi.
Si tratta di acquisire qualità precise, identificabili e conseguibili una volta per tutte in modo stabile:
- vivere l’interezza della nostra giornata, svolgendo tutte le occupazioni del caso, senza mai perdere la sensazione di esserci, ricordandoci sempre, qualunque cosa accada, della sensazione di esistere dentro e attraverso il corpo
- aver sviluppato un centro interno stabile, non identificato con mente, emozioni e sensazioni
- capacità di essere sempre attenti al momento presente senza venire rapiti dall’immaginazione relativa al passato e al futuro
- capacità di muovere il corpo fisico in maniera composta e con economia di movimenti, prevenendo gesti, tic e posture automatici
Come vedete, non si tratta di maestria; non stiamo parlando di qualcuno che si sia identificato con l’Assoluto o che abbia raggiunto uno stato di gioia e innamoramento perenni: quelle elencate sono le caratteristiche di un individuo perfettamente umano che si sente ancora separato dal mondo e che vive la rabbia, la tristezza, la paura e tutti i problemi dell’esistenza terrena; egli tuttavia ha costruito un centro interiore solido che gli permette di fare esperienza del momento presente senza perdere la percezione di sé, e senza farsi trascinare dalle tempeste emotive e mentali.
Questo è -come direbbe Gurdjieff- un umile “risultato di scuola”: una realizzazione che può e deve essere conseguita con un sano e concreto esercizio quotidiano.
Proprio perché accessibile a tutti con qualche anno di duro ma fattibilissimo lavoro, questo è uno stato di coscienza a cui tutti dovremmo ambire; esso infatti presenta già alcuni incommensurabili vantaggi rispetto alla condizione ordinaria dell’essere umano. Ne elenco alcuni:
- percepiamo costantemente il nostro senso di esistere, e questo fa cessare quella costante frustrazione latente che prova chi avverte inconsciamente di non avere se stesso
- ci sta ancora a cuore il corso della nostra vita esteriore (e ci mancherebbe!): gioiamo, ci arrabbiamo e ci rammarichiamo a seconda di come vanno i nostri progetti e le nostre relazioni, ma tutto questo impatta in misura molto minore; proviamo una serenità e una contentezza di fondo che nulla può turbare
- diveniamo più capaci di vivere nel qui-e-ora, e questo ci permette di godere molto più intensamente dei momenti belli e di soffrire molto meno nei momenti spiacevoli
- siamo più concentrati in quello che facciamo: siamo di conseguenza più efficienti e produttivi
- siamo maggiormente in grado di ascoltare gli altri e di empatizzare con i loro sentimenti: il perdono e la guarigione emotiva divengono più facili
- dimorando in questo stato è molto più frequente il sopraggiungere di emozioni superiori (Puro Amore, Gioia, Commozione per la Bellezza, Gratitudine, etc.), momenti d’estasi ed espansioni di coscienza
- questo stato di coscienza è il punto d’appoggio migliore per lavorare bene su di sé e intraprendere il percorso verso tutte le dimensioni superiori della coscienza, da qui sino alla Maestria del Cristo. Tale livello di centratura e presenza nel qui-e-ora è infatti quel terreno solido a partire dal quale Gesù consigliava di costruire l’edificio del proprio sviluppo spirituale.
Senza un lavoro mirato almeno a questo raggiungimento, ogni stato di coscienza superiore può andare e venire in modo casuale, non c’è nessuna garanzia di progresso. Inoltre, se non abbiamo costruito una base solida, ogni eventuale elevazione può farci crollare rovinosamente a terra da un momento all’altro.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». -Mt 7, 24-27

Le sette indicazioni del Maestro Gesù, riportate nelle pagine dei Vangeli, hanno esattamente lo scopo di condurre il praticante a questo primo e importante traguardo. Consiglio a tal proposito la lettura del mio libro La Via dell’Amore Perfetto, dove le indicazioni evangeliche sono spiegate e tradotte nel linguaggio del moderno lavoro su di sé, e affiancate da esercizi pratici da svolgere ogni giorno, attraverso un itinerario progressivo di sette mesi. Il testo è acquistabile on-line a questo link: https://leduetorri.com/prodotto/la-via-dellamore-perfetto/
Preziose indicazioni pratiche su some svolgere un lavoro intenso e costante basato sulla presenza saranno inoltre dispensate all’interno del corso I Vangeli Come Manuale di Magia Bianca, che avrà luogo nelle seguenti città:
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