LA PANDEMIA: COSA DICE IL NOSTRO PROFONDO?

I sogni sono espressione oggettiva e non falsificabile del Sé, la nostra parte onnisciente.

Per lavoro ascolto i sogni di decine di persone ogni settimana. Parlano di bellissimi progetti (viaggi, arte, creazione di scuole, etc) e di come godere del quotidiano dando voce alle diverse parti di sé (c’è chi sente la spinta a comprare un’auto nuova, chi una casa, chi riprende a fare sport o a cantare, etc).

Indicano a ciascuno come realizzare la sua propria vita della migliore qualità possibile, un’esistenza fatta di ciò che dà piacere, appassiona e muove il cuore.

Non ho mai, e dico mai ascoltato un singolo sogno che parli della necessità di fare qualcosa per proteggersi da cose come le terrificanti vaccinazioni di massa o simili.

E vi garantisco che, nell’imminenza di un reale pericolo, il Sé prende sempre posizione, rivelando chiarissime indicazioni.

Riassumendo, se dovessi sintetizzare -per averne empiricamente preso atto- quale sia l’atteggiamento che la nostra parte più profonda pare raccomandare in questo frangente è: occupati del tuo, fai ciò che ti piace e persegui gli obiettivi che ti appassionano. Non curarti d’altro.

O parafrasando il Maestro: non ascoltate i resoconti catastrofici, non andate, restate dove siete.

Con una certa scientificità, mi sento cioè di concluderne che la posizione dell’Anima riguardo il problema della cosiddetta “dittatura sanitaria” è alquanto chiara: non gliene sbatte un cazzo.

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